#: locale=it ## Tour ### Description ### Title tour.name = Palazzo La Marmora ## Media ### Title panorama_491F8211_26CB_B8C6_4193_AD75AB34D7DC.label = PALAZZO LA MARMORA 01 panorama_F4F4DDDF_FFEB_695B_41BB_05975E8C297D.label = PALAZZO LA MARMORA 02 panorama_F536E7F4_FFEC_F96D_41E8_AE631BE44669.label = PALAZZO LA MARMORA 03 photo_0C853EC4_19CC_E94E_4193_223F21518EBE.label = cavallo photo_0CCC2685_03F6_75FD_418D_14C9CBCD664B.label = 652_Parco di Racconigi_1994_589x594 mm copia photo_135D7C38_03EE_B513_4188_0A76978F326E.label = 703_Il cipresso del Kashmir all’Isola Madre_1998_598x591 mm copia photo_13C11D2A_03EE_5737_4171_F3CEFBF60F2F.label = 651_Le sequoie_1994_794x392 mm copia photo_1456052F_0416_B70D_4179_AE8EC0B5B836.label = Camelia Faraggiana_10 photo_152F1A89_0412_5DF5_4189_CD1303860951.label = F. PAPAVERO ORIENTALE photo_154E5EDE_0432_550F_418A_69BA439F36A6.label = Lombardi_Maria_ Tulipa Estella Rijnveld photo_158C8254_0432_AD13_416D_E7ECAE26DDA5.label = E. IPOMEA photo_15C19864_042F_BD33_4184_2528323ABA58.label = Petrini_1 Chiranthodendron Pentadactylon 2012 OK 8bit s photo_15C7E5F9_0436_B715_4175_A80A2AC60865.label = blueparrot photo_16523F1C_0412_D313_4180_21C47A0DF5FD.label = 649_Il taso di Cavandone_1994_396x392 mm copia photo_16D8ABE5_0411_F33D_4182_B3A03FCC2B33.label = 661_I platani di napoleone a Cherasco_1995_395x495 mm copia photo_17555EF1_0412_7515_4177_456CAF695125.label = 670_L’olmo di Mergozzo_1995_491x297 mm copia photo_17A6F502_0411_B4F7_416B_71DC9C91E00D.label = 673_Il tiglio selvatico di Macugnaga_1996_392x715 mm copia photo_17BEECCD_041E_B50D_416D_FCC5E9C00730.label = 671_I faggi del re cacciatore_1995_496x490 mm copia photo_17D3B501_0417_D4F5_4184_1A525DB49147.label = 668_Roverella della Ca’ del Pepp_1995_490x794 mm copia ## Popup ### Body htmlText_03297CC4_19FC_E94E_41AC_AEC48278B053.html =
Fiori in posa 2
Al fine di meglio comprendere il titolo ed il contenuto di questa mostra, è bene definire ciò che si intende per Arte Botanica.
Arte botanica è l’accurata rappresentazione dal vero delle specie vegetali, dove l’accuratezza scientifica enfatizza in dipinti ben composti ed interessanti il valore estetico delle piante stesse. Questa bipolarità di arte e scienza richiede necessariamente la conoscenza di forma, struttura e ciclo vitale delle piante, oltre alla loro identità espressa dalla nomenclatura binomiale.
L’arte botanica si differenzia dalla illustrazione botanica in quanto non necessariamente documenta tutti gli aspetti funzionali ed anatomici delle piante lungo il loro ciclo vitale. A differenza dell’illustratore, che nel rappresentare un individuo della specie mira a riprodurne l’archetipo, l’artista può scegliere di realizzare un “ritratto” dell’individuo, con tutte le sue esclusive particolarità, proporzioni e possibili asimmetrie e difetti.
Altra cosa è, infine, la generica pittura floreale, estranea alla fedeltà botanica della rappresentazione.
Angela Petrini
Certa che quest’arte paziente e meditata consente di avvicinarsi alla natura scoprendone, oltre che le forme e i colori, gli ambienti e le storie umane che su di essa hanno influito, nel suo lavoro la parte iconografica è sempre preceduta dallo studio delle caratteristiche botaniche e delle vicende storiche e geografiche dei soggetti prescelti. Ne consegue una rappresentazione che poco concede ad astrazioni o a suggestioni, tesa a cogliere e descrivere il più fedelmente possibile le forme, i colori e il naturale portamento delle piante.
Le sue tecniche predilette sono l’acquerello sui supporti di carta100% cotone e di pergamena, la grafite e l’inchiostro a penna, eseguite sulla base del disegno dal vero.
Maria Lombardi
Il suo approccio a questo genere di pittura mostra un forte interesse nel cogliere la vita delle piante, e in particolare delle piante da fiore, le angiosperme, in un determinato momento della loro esistenza. L’Artista è ispirata dal cambiamento delle loro forme e dei loro colori che colpiscono la sua emotività e che traduce in intimi ritratti ricchi di colore e dettagli botanicamente fedeli.
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Federica Galli
Le Sequoie
Acquaforte, 79x39 cm, 1994
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Federica Galli
Parco di Racconigi
Acquaforte, 59x59 cm, 1994
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Federica Galli
I faggi del re cacciatore
Acquaforte, 49x49 cm, 1995
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Federica Galli
Il Cipresso del Kashmir
Acquaforte, 1998, 59x59 cm
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Angela Petrini
Camelia japonica
“Amalia Faraggiana”
Acquerello su carta,
2012
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Federica Galli
Con lungimiranza e grande attenzione verso la natura, Federica Galli ha iniziato nel lontano 1982 a raffigurare gli alberi più significativi d’Italia; ben vent’anni prima del 2004, anno del decreto legge in cui in Italia viene creato il primo elenco istituzionale degli Alberi Monumentali, al fine di tutelarli.
Un portfolio di quasi cento acqueforti che illustra piante significative per motivi diversi, quindi non solo strettamente botanici, ma anche perché legati a leggende o vicende letterarie, storiche, estetiche. Una sorta di filo rosso che collega il Friuli alla Sicilia attraverso i più longevi e affascinanti testimoni del nostro tempo. Dalle sequoie piemontesi al parco di Racconigi, dall’abete trentino più antico d’Italia al castagno alle falde dell’Etna, un ciclo di opere spesso accompagnate dal testo interessante e sagace del giornalista Giovanni Raimondi, marito di Federica Galli, e caporedattore del Corriere della Sera che durante il lavoro en plein air della moglie raccoglieva sul luogo informazioni e aneddoti sui protagonisti delle tavole della Galli.
Federica Galli, classe 1932, d’origine cremonese, ha avuto una carriera specchiata, una fortuna artistica conquistata con determinazione e lavoro, beneficiando di un talento unico che le ha permesso di esprimersi con stile e linguaggio senza tempo.
Lorenza Salamon
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Jürgen Lingl
Testa di cavallo monumentale
Legno
160x50x120 cm, 2019
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Fiori in posa 1
Le sorelle Emilia (1832-1874) e Filippina (1837-1899) Ferrero della Marmora, figlie di Carlo Emanuele principe di Masserano e di Marianna Arborio Gattinara di Sartirana di Breme, furono fin da piccole educate al disegno e alla pittura nei quali la madre e molti esponenti della famiglia eccellevano.
Filippina ebbe come maestro Enrico Gonin e i suoi primi lavori ebbero inizio presumibilmente intorno al 1852, quando aveva appena quindici anni. Di lei si conservano, oltre a disegni e acquerelli botanici, vari lavori di soggetto paesaggistico. Tra il 1854 e il 1856 compì alcuni viaggi in Sardegna, ripercorrendo gli itinerari dello zio Alberto, geografo e scienziato, durante i quali produsse una serie di tempere che raffigurano nuraghi, monumenti, chiese, castelli, architetture militari, panorami di città e villaggi e vedute marine.
Di Emilia si conservano disegni e acquerelli realizzati con notevole abilità tecnica unita ad una forte sensibilità descrittiva.
I disegni e gli acquerelli delle due sorelle, custoditi a Palazzo La Marmora dal Centro Studi Generazioni e Luoghi si collocano nell’ultima fase storica della pittura botanica italiana, a metà ottocento, epoca di curiosità floristica e di elogio romantico della natura.
Eseguiti con buona tecnica e grande delicatezza e sensibilità, essi ci raccontano di giardini fioriti e di giorni soleggiati trascorsi nella quiete di grandi palazzi.
Centro Studi
Generazioni e Luoghi
Archivi Alberti La Marmora
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Filippina Ferrero della Marmora
Papavero orientale
Acquerello su carta,
cm 20x26,2
s.d.
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Angela Petrini
Albero mani di scimmia - Chiranthodendron pentadactylon
Acquerello su carta, 2013
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Emilia Ferrero della Marmora
Ipomea
Matita su carta,
cm 23,7x34
1847
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Federica Galli
Platani di Napoleone
Acquaforte, 39x49 cm, 1995
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Maria Lombardi
Tulipa Estella Rijnveld, “Pirouette”
Acquerello su carta, cm 66 x 57,5
2020
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Maria Lombardi
Tulipa Blue Parrot, “Drama Queen”
Acquerello su carta, cm 59 x 75
2020
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Federica Galli
Il Tiglio Selvatico di Macugnaga
Acquaforte, 39x71 cm, 1994
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Federica Galli
Roverella della Ca’ del Pepp
Acquaforte, 49x79 cm, 1995
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Federica Galli
L’olmo di Mergozzo
Acquaforte, 49x29 cm, 1998
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Federica Galli
Il tasso di Cavandone
Acquaforte, 39x39 cm, 1995
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Multivisioni della natura
Fotoclub Biella
Al Fotoclub Biella - storico partner di Selvatica - abbiamo chiesto da quest'anno di realizzare una multivisione montata con le loro immagini di Roberto Tibaldi, fotografo piemotese legato fortemente al tema delle multivisioni.
Un modo wide format di parlare di natura. Il Fotoclub Biella inoltre ha portato al Festival anche il fotografo Marco Gaiotti.
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