Incontro con Marco Galaverni, responsabile Specie e Habitat del WWF Italia
A cura di WWF Oasi e Aree Protette Piemontesi e Giardino Botanico di Oropa
Dottore di ricerca in Biodiversità ed Evoluzione all’Università di Bologna, Galaverni ha al suo attivo decine di articoli scientifici per riviste internazionali. È stato collaboratore di ricerca dell’ISPRA
(Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Da sempre appassionato di divulgazione, è ospite regolare di diverse trasmissioni televisive, tra le quali Geo (RAI 3).
Molte delle cosiddette malattie emergenti – come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviaria, influenza suina e oggi il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2 definito in precedenza come CoVID-19) non sono eventi catastrofi casuali,
ma la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali. L’uomo con le proprie attività ha alterato in maniera significativa i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani, modificando a tal punto
il Pianeta da determinare la nascita di una nuova epoca denominata secondo alcuni “Antropocene”. Molte pandemie degli ultimi decenni hanno origine nei mercati di metropoli asiatiche o africane dove si riscontra il
commercio illegale o incontrollato di animali selvatici vivi, di scimmie, di pipistrelli, di carne di serpente, scaglie di pangolini e tanti altri rettili, mammiferi e uccelli. Si creano in questo modo pericolose
opportunità per il contatto tra l’uomo e le malattie di questi organismi, offrendo il fianco allo sviluppo di vecchie e nuove zoonosi, ovvero di malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo.
In questa occasione cercheremo di illustrare quali sono i collegamenti, in larga parte ancora poco noti, tra le nostre azioni sugli ecosistemi e la biodiversità e le conseguenze che queste hanno sulla diffusione di
alcune malattie e quindi sulla salute pubblica, fino alle condizioni socio-economiche delle nostre società. In questa prospettiva l’attuale pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 che sta mettendo in seria crisi il mondo,
offre lo spunto per un approfondimento del rapporto uomo e natura sempre più globalizzato.
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